“April piovoso, maggio ventoso, anno fruttuoso”.
Così recita il detto popolare e di fatti la primavera è una stagione di transizione tra il freddo invernale e il caldo estivo, per cui i fiori si schiudono e iniziano le belle giornate, però ogni tanto piove. La pioggia in questo caso, fa bene perché aiuta a mitigare, in parte, gli effetti delle ondate di calore estive. Dunque aspettate a mettere via gli ombrelli!
Per questo motivo oggi vogliamo raccontarvi la storia dell’ombrello. Questo accessorio, sempre presente in ogni casa, vanta una lunga storia attraverso i secoli dove ha subito una costante innovazione nella sua composizione fino a diventare un regalo aziendale molto utile ed efficace anche grazie alla sua ampia area di stampa. Non sono poche le aziende che, durante l’anno, li utilizzano per le proprie campagne promozionali, soprattutto gli hotel. Senza ulteriori indugi, esamineremo la loro origine ed evoluzione.
In che anno è stato inventato l’ombrello?
Non si sa esattamente chi ne sia stato l’inventore. C’è però una leggenda cinese che racconta l’ombrello sia stato inventato da una ragazza cinese di nome Lu Mei. A quanto pare la ragazza aveva scommesso con suo fratello maggiore su chi fosse stato in grado di costruire un oggetto per proteggersi dalla pioggia. In una sola notte, Lu Mei creò una sorta di bastone dalla cui parte superiore si diramavano 32 canne realizzate con bambù coperte da un tessuto che assomigliava alla forma di un fungo. Sfortunatamente, come abbiamo detto prima, questa è solo una storia popolare.
Possiamo affermare con sicurezza che gli ombrelli nascono inizialmente per per proteggere dal sole: Egizi e Babilonesi sfoggiavano l’ombrello parasole e nell’Estremo Oriente divenne segno di nobiltà, tanto che veniva portato solo da reali o dignitari di corte. In questo senso potremmo dire che furono precursori del nostro ombrellone.
Inizialmente è stato per molti secoli un oggetto esclusivo e di culto. In Cina, l’ombrello era legato al culto dell’imperatore e considerato sacro. In Giappone proteggeva i samurai, in Egitto il suo uso era concesso soltanto alle classi sociali nobili e nella Grecia Classica veniva usato dalle sacerdotesse di Dioniso.
Durante l’Impero Romano, si trasformò poi in un seducente accessorio delle donne ricche che proseguì anche nel Medioevo. Per vedere l’ombrello come accessorio per salvarci dalla pioggia, dobbiamo però aspettare fino all’Ottocento, quando diventò il più pratico strumento per ripararsi dalla pioggia!
Alla fine del XV secolo era ancora simbolo di alto prestigio e venivano realizzati con materiali di lusso. Nell’anno 1710, in Francia, fu introdotto un modello più leggero e pieghevole per l’uso femminile e fu la principessa Palatina che, dopo averne ottenuto uno, lo rese popolare facendolo imitare dal resto dell’aristocrazia.
Tuttavia era considerato un accessorio prettamente femminile. Solo grazie al filantropo Jonas Hanway fu iniziato ad essere utilizzato anche dagli uomini: ignorando il ridicolo e la beffa, decise di iniziare ad averne uno con lui per proteggersi. É in epoca vittoriana che diviene finalmente un prodotto da vendere nei negozi, quanto venne inventato in versione pieghevole e con le aste metalliche.
Origine della parola ombrello
La parola Ombrello deriva dal latino Umbèlla nel senso di Umbraculum diminutivo di Úmbra che significava ombra. Ciò a testimoniare che l’ombrello era più che altro un parasole, poi diventato nel tempo anche paracqua.
Curiosità
In natura esiste una pianta acquatica chiamata Cyperus alternifolius che viene anche chiamata ombrello, essendo una pianta ornamentale la cui forma ricorda questo accessorio.
Inoltre, va notato che il nylon e il poliestere sono invenzioni relativamente recenti per il tessuto di questo accessorio. In passato venivano usati seta, cotone o pelle.
Quando i gentiluomini hanno scelto di usarli, hanno preferito il nero come contrasto agli elaborati e sorprendenti disegni delle donne.
Il buddismo indiano ha otto simboli di fortuna, ciascuno associato a Buddha, e l’ombrello è uno di questi. Per loro questo oggetto è importante poiché può rappresentare un tempio nel suo insieme o, d’altra parte, il manico fissato all’ombrello ricorda l’asse centrale che regge il mondo.
Inoltre, in Piemonte a Gignes un paese del Vergante, c’era il Museo dell’Ombrello e del Parasole dedicato a questo articolo, che accoglie circa 1500 pezzi tra impugnature, bastoni, ombrelli e parasole e racconta l’evoluzione delle mode che hanno influenzato dall’800 a oggi lo stile di questi accessori.
Nel 2012 la città di Águeda, in Portogallo, in occasione dell’Ágitagueda Art Festival, decise di colorare una delle vie del centro con degli ombrelli creando così una piacevole ombra per la gente che passeggiava.
Gli ombrelli come regalo promozionale
Gli ombrelli personalizzati sono uno dei regali classici per eccellenza nel merchandising promozionale. Tutti ne abbiamo ricevuto almeno uno una volta nella vita. Tra i grandi vantaggi riscontrati come omaggio ai clienti e ai dipendenti, c’è il fatto che inserire il logo sui pannelli genera molta visibilità, motivo per cui è perfetto nelle regioni e nei periodi dove le piogge sono frequenti.
Sono degli accessori promozionali perfetti per gli hotel: quando siamo in vacanza non pensiamo mai a mettere in valigia un’ombrello, perché ovviamente speriamo nel bel tempo. Tuttavia può sempre capitare di svegliarsi e trovare una giornata uggiosa e se il nostro hotel ci fornisce un ombrello, possiamo continuare a visitare la città dove siamo con facilità.
Un altro esempio lampante di utilizzo pubblicitario degli ombrelli e che richiama la sua antica funzione di parasole ci è dato dal moto gp dove vengono impiegati per per riparare dal sole i piloti e al tempo stesso fare pubblicità agli sponsor e alla marca della moto del pilota, in quanto su ogni pannello viene stampato il logo dell’azienda.
Inoltre, possono essere distribuiti a potenziali clienti durante un evento, come una fiera o un’inaugurazione, possono essere inseriti nel catalogo di una raccolta a punti fedeltà e possono anche essere dati ai dipendenti all’interno di un welcome pack.
Sono gadget molto popolari perché utili, pratici ed disponibili un’ampia varietà di modelli e colori per adattarsi a tutti i tipi di budget e obiettivi.
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